Articolo a cura della blogger La cuoca ignorante
Un romanzo avvincente, che si dilunga a tratti un po’ troppo nelle descrizioni e nelle spiegazioni, che pure sono necessarie per comprendere meglio l’ambientazione del romanzo.
Da leggere per una tranquilla serata di relax e per rispolverare un po’ di conoscenze di storia romana!
Ma procediamo con ordine. Il romanzo ci presenta Flavio Callido, il giovane e ambizioso questore che ha già combattuto al fianco di Pompeo in numerose battaglie. Lo ha fatto soprattutto per uscire dall’ombra del padre, l’ingombrante senatore Spurio, tra ipiù fedeli degli uomini di Silla, insieme a Quinto Lutazio Catulo, il “princeps senatus” che si presenta a casa di Callido di prima mattina.
Appena il segretario gli annuncia l’arrivo di Catulo, Callido ricorda che l’ultima volta il senatore gli aveva parlato quando era un bambino e giocava con Lutazia, la figlia adottiva di Catulo. Flavio è spaventato. Infatti una sua parola poteva spostare gli equilibri di una carriera, accelerandola o stroncandola.
Il “presidente del Senato” vuole che Callido, che già a nove anni aveva risolto il suo primo mistero, indaghi su due efferati omicidi commessi a Roma, quello del senatore Gaio Rabirio e quello di Marco Cornelio Crisogono, “figlio del liberto di Silla”. Il corpo di quest’ultimo è stato lasciato proprio davanti alla porta della dimora di Catulo!
MEntre a Rabirio era stato mozzato il naso, a Crisogono mancavano le orecchie. Spurio, desideroso che il figlio si metta in luce, prova a convincerlo. La gente è terrorizzata […] Tutti hanno ancora negli occhi i riti sanguinosi della dea Ma. Alcuni iniziano a sussurrare che queste morti siano collegati a quei riti.
Come ci spiega lo stesso autore, il culto di Ma fu introdotto a Roma da Silla, “che vi era entrato in contatto quando con il suo esercito aveva occupato la valle di Comana, in Cappadocia
Dopo che la dea gli era apparsa in sogno e gli aveva fatto coraggio, Silla aveva sconfitto Mario e deciso di introdurre il culto della dea a Roma, “assimilandola a Bellona“.
Il mese prima i riti avevano ancora una volta scatenato il malcontento nei confronti dei sacerdoti di Ma, che in molti volevano espellere dal Tempio. Addirittura, alcuni gruppi stavano presidiando il tempio, “pronti ad attaccare“.
Catulo vuole vedere se Callido è all’altezza del suo soprannome, che gli è stato dato da Pompeo in persona, che lo aveva definito “scaltro” dopo che il giovane aveva sventato un complotto per ucciderlo. Esaminando il corpo di Crisogono, CAllido scopre altri simboli che riportano al culto di Ma, come un aspergillum e una moneta cacciata nella bocca dell’uomo:
Più esaminavo il corpo e più mi convincevo che ero di fronte ad un sacrificio rituale.
Inoltre il cadavere stringe al petto una statuetta della dea Mania, personificazione della follia. Derivava dalla mitologia etrusca, dove, insieme a Mantus, governava il mondo delle anime dei defunti. A ROma, in molti la assimilavano alle Furie dal momento che il suo compito era quello di vendicare i delitti. E il corpo di Rabirio, l’altra vittima, era stato ritrovato ai piedi di un sacello dedicato a Mania!
Callido sarà costretto a farsi accompagnare da Lutazia Domizia, la figlia di Catulo e sua compagna d’infanzia. Ritenendola un peso, la sottovaluta, finché la giovane non gli salva la vita! E Callido scopre che Lutazia, da oltre un anno, si allena nella palestra della lanista Achillea, che si era formata alla scuola di Lentulo Batiato, nel periodo in cui Spartaco meditava la rivolta.
Quando poi i due restano coinvolti nell’alssalto al tempio di Bellona, Callido salva la vita a Cefea, la figlia ermafrodita del gran sacerdote. Anche la giovane si rivela preziosa per le indagini di Callido. E’ lei a metterlo sulla giusta via e a spiegargli che gli elementi ritrovati sulle vittime fanno pensare ai Compitalia, piuttosto che a Ma:
(I Ludi Compitalici) si svolgevano i primi giorni di gennaio ed erano feste dedicate ai Lari degli Incroci, le divinità protettrici della famiglia e degli incroci stradali
Ma Callido non ha bisogno di donne per indagare! Vuole il suo fedele amico Gaio Antonio, che però da alcuni giorni è introvabile…
Quando però viene rinvenuto anche il cadavere del gran sacerdote Archelao, il padre di Cefea, Callido comprende di dover fare in fretta, prima che Roma venga disseminata di altri cadaveri. Mentre anche Achillea si unisce allo “staff” di Callido, questi si trova a correre rischi mortali e scopre di avere nemici insospettabili…
Il resto a voi scoprirlo!
Insomma, un libro che vi consiglio se siete appassionati di gialli storici, che vi farà vivere il clima di Roma a cavallo tra le due guerre civili!
VOTO : 8/10
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